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QUDRA PROGRAM

IL PROGETTO

QUDRA è un piano d'azione regionale finanziato dal Fondo Fiduciario Regionale europeo in risposta alla crisi siriana, dal Fondo Madad' e dal Ministero tedesco per la cooperazione e lo sviluppo economico (BMZ), al fine di promuovere la resilienza dei rifugiati siriani, degli sfollati interni e delle comunità di accoglienza in risposta alla crisi siriana. Il programma è stato lanciato nel giugno 2016 ed è stato implementato dalla Deutsche Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit (GIZ), Expertise France (EF) e dall’Agenzia spagnola per lo sviluppo internazionale (AECID) in Giordania, Libano, Turchia e Iraq settentrionale, dove cercano protezione gran parte dei rifugiati siriani. Lo scopo principale di Qudra è promuovere la resilienza delle comunità, dei rifugiati e degli sfollati in cinque aree chiave:

  1. Migliorare le infrastrutture scolastiche e l'accesso alle attività extrascolastiche;

  2. Potenziare le competenze professionali di base;

  3. Rafforzare la coesione sociale attraverso servizi basati sulla comunità;

  4. Rafforzare le capacità delle amministrazioni locali;

  5. Promuovere il confronto sulle politiche che potenziano la resilienza di rifugiati, sfollati interni e comunità ospitanti.

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COSA FA RIRES

RiRes, su mandato di  Expertise France e del Ministero degli Affari Sociali Libanesi (MOSA), ha avviato un programma psicosociale basato sul modello Tutori di Resilienza, rivolto a educatori, social worker e staff di ONG deputati alla presa in carico di minori siriani e minori libanesi in condizioni di vulnerabilità in 8 Social development centers (SDC), distribuiti sul territorio libanese.

Il programma Tutori di Resilienza è stato pensato in cinque parti: analisi dei bisogni, training, implementazione, follow-up e chiusura.

  • Analisi dei bisogni: è stata condotta per identificare le sfide psicosociali incontrate dagli operatori degli SDCs nel rapporto con le comunità target. Da questa analisi preliminare sono emersi problemi connessi alla mancanza di pratiche condivise sulla costruzione di una relazione di aiuto con i beneficiari vulnerabili e alla necessità di strumenti e interventi su misura per i bambini siriani e libanesi esposti a esperienze traumatiche.

  • Training: RiRes si è concentrata su cinque aree:

    • Fornire supporto psicosociale nel processo di rafforzamento delle risorse di resilienza;

    • Approfondire il tema del trauma psicologico nei bambini e l’interazione con i processi di sviluppo;

    • Identificare, prevenire e rispondere in modo adeguato alle avversità esperite dai bambini beneficiari dell’intervento;

    • Costruire uno spazio di riflessione critica sulle relazioni che supportano la resilienza;

    • Fornire strumenti di valutazione dell’intervento basato sul modello Tutori di Resilienza.

  • Implementazione: si è realizzato un Action Plan da implementare con i beneficiari (41 bambini siriani e libanesi di età compresa tra 7 e 17 anni), basato sui seguenti principi di resilienza discussi durante il training:

    • Ampliare il punto di vista degli operatori affinché prendano in considerazione i punti di forza dei beneficiari;

    • Aiutare i beneficiari a scoprire le proprie risorse e talenti interni, con particolare attenzione all’autoefficacia, all’autoconsapevolezza, alla capacità di riformulare il futuro in termini positivi, alle strategie di coping e alle abilità sociali.

    • Migliorare la competenza e la regolazione emotiva dei beneficiari per mitigare le conseguenze negative dello stress e diminuire la reattività emotiva.

    • Rafforzare le relazioni dei beneficiari con i pari e gli operatori degli SDCs.

    • Rafforzare i sistemi familiari migliorando la coesione familiare e la comunicazione, creando reti di supporto familiare più forti.

  • Follow-up: all'inizio del 2019, cinque mesi dopo la fine del training e dell’implementazione, si è tenuto un incontro di follow-up di due giorni con i partecipanti al programma formativo per riflettere sui punti di forza e di debolezza del modello Tutori di Resilienza e per progettare nuovi piani d'azione per la seconda fase dell'attuazione.

  • Chiusura: alla fine del progetto è stato condotto un incontro di due giorni con lo staff per identificare le lezioni apprese dal progetto nel suo insieme e per rivedere i principi e l'approccio al fine di perfezionare il suo utilizzo in altri contesti dove la salute mentale e il supporto psicosociale necessitano una miglior programmazione.

Gli obiettivi sono stati:

  • Rilevare la salute mentale e la resilienza nei minori vittima di guerra e migrazione forzata rifugiati in Libano e dei libanesi vulnerabili.

  • Avviare un programma di ToR rivolto direttamente ad operatori sociali e indirettamente a figure vulnerabili per migliorarne il benessere psicofisico e per rafforzarne le risorse.

  • Rilevare le variabili che predicono outcomes di resilienza nei minori vittima di guerra e migrazione forzata, rifugiati in Libano.

  • Monitorare l’impatto del programma resilience focused ToR sulla salute mentale e sul benessere di minori vittime di guerra e migrazione forzata rifugiati in Libano e di libanesi vulnerabili.

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COME E PERCHÉ RESILIENZA

Le popolazioni rifugiate e sfollate tendono spesso a essere concepite in termini unicamente passivi, enfatizzando gli aspetti di vulnerabilità e sottolineando esclusivamente la necessità di alleviare le sofferenze. Senza negare la dimensione di “vittima”, queste donne e questi uomini sono comunque soggetti attivi, attori protagonisti delle proprie storie. La passivizzazione di queste persone e l’intervento concepito in termini riparatori tende, al contrario, ad offuscare la loro agency. Introdurre il concetto di resilienza significa assistere i beneficiari del progetto nella riscoperta delle loro risorse funzionali ad affrontare i traumi legati alla guerra e alle migrazioni e a costruire un futuro migliore. A tal proposito, già Freud in Introduzione alla Psicoanalisi riconosceva come un evento traumatico potesse scuotere a tal punto i fondamenti dell’esistenza al punto che un individuo perdesse ogni interesse per il presente e il futuro e rimanesse assorbito psichicamente dal passato in maniera durevole. Lavorare sulla resilienza significa anche cercare di ricostruire i legami che fondano la comunità nel suo insieme e promuovere un senso di autoefficacia e responsabilizzazione in ogni singolo attore, aiutandolo a riscoprire le risorse personali, contestuali e potenziali di cui è portatore.

Adottare il punto di vista della resilienza permette così di costruire un modello fondato sui seguenti assunti:

  • Potenziare le risorse: il focus è sulle risorse e sui punti di forza piuttosto che su debolezze, deficit e problemi. L'idea è quella di esplorare le risorse individuali e della comunità al fine di migliorare l'empowerment.

  • Formazione partecipativa: il modello ToR si adatta ai bisogni e si fonda sulle percezioni dei partecipanti a seconda del contesto in cui si trovano.

  • Progettazione del programma basata sui principi: lo scopo del modello ToR è migliorare le competenze dei partecipanti al fine di rispondere alle sfide che devono affrontare ogni giorno. Questo è il motivo per cui non è un modello preconfezionato e applicabile acriticamente a partire da un manuale. Al contrario, il modello si adatta alle peculiarità dei partecipanti e del contesto e deve essere ricostruito al cambiare delle circostanze di applicazione.

  • Approccio socio-ecologico: ogni contesto è unico, per questo è importante considerare la cultura nella progettazione di un intervento. In questo senso, la cultura diventa la base per comprendere le interazioni sociali, i comportamenti e il significato dell'azione.

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