PEARLS
IL PROGETTO
Il maltrattamento sui minori – sia esso abuso fisico, psicologico, sessuale o trascuratezza e negligenza – è uno dei fenomeni più diffusi in Europa, che riguarda circa 55 milioni di bambini. L’Unione Europea (UE) ha cercato di arginare il fenomeno fornendo agli Stati Membri alcune linee guida finalizzate al rafforzamento dei sistemi di protezione dell’infanzia. Il progetto PEARLS (Professionals’ Empowerment Through Assisted Resilience Learning and Support) nasce dal riconoscimento dell’ampiezza del fenomeno e dalla necessità di attivare un network multidisciplinare di professionisti (personale medico, servizi sociali, professionisti del settore educativo e agenti di polizia) che intercettano minori e famiglie in condizioni di rischio nei quattro developmental milestones. In particolare, il programma mira a fornire agli operatori un modello guida resilience-informed per orientare le azioni di identificazione, prevenzione e risposta con minori e famiglie in condizioni di rischio. Il progetto si svolge in tre Paesi: Italia, Lituania e Polonia.
COSA FA RIRES
L’Unità di Ricerca sulla Resilienza ha ideato un modello formativo rivolto alle categorie professionali target di progetto mirato a fornire conoscenze, strumenti e metodologie che permettano loro di intercettare le famiglie a rischio di maltrattamento e mettere in atto una relazione d’aiuto consapevole mediante l’assunzione del ruolo di Tutori di Resilienza. Il percorso formativo prevede tre step di lavoro. Un primo capacity building sul modello Tutori di Resilienza, rivolto a 25 professionisti dell’area medico-santiaria, giudiziaria, scolastica, educativa e sociale, a cui segue un periodo di implementazione sul campo dei principi di resilienza assistita trasmessi. Un secondo incontro di follow-up volto ad analizzare criticità e punti di forza del modello ToR applicato nei diversi ambiti professionali, a cui segue una formazione speicfica su tecniche e metodologie di training of trainers (ToT). Il terzo step prevede l’attivazione da parte degli operatori formati di cicli di formazione a cascata (cascade training) rivolti a colleghi professionisti che intercettano nella loro pratica lavorativa quotidiana casi di minori e famiglie in condizioni di rischio.
L’obiettivo di RiRes all’interno del progetto PEARLS è triplice:
Promuovere l’expertise dei professionisti coinvolti nella formazione al modello Tutori di Resilienza e la loro capacità di promuovere processi di resilienza in minori e famiglie vittime/a rischio di maltrattamento. A tal fine, i professionisti sono formati a:
riconoscere i segnali di maltrattamento;
identificare fattori di rischio genitoriali o interazioni dannose genitore – figlio;
rafforzare le potenzialità positive dei bambini, i fattori interni protettivi ei meccanismi di auto-aiuto;
ascoltare i bambini per aumentare l'espressione del punto di vista e dei sentimenti dei bambini;
riconoscere e controllare le emozioni personali nei rapporti con i beneficiari.
Consentire ai professionisti formati secondo il modello Tutori di Resilienza di diventare a loro volta, dopo adeguata esperienza e formazione di tipo training of trainers, figure di riferimento per la promozione e la diffusione del modello.
Facilitare la creazione e il rafforzamento di un network di professionisti che lavorano con minori e famiglie al fine di definire e diffondere buone pratiche di resilienza assistita nell’identificazione, prevenzione e risposta alla violenza all’infanzia. Questo obiettivo permette altresì di superare la frammentazione settoriale, stimolando forme innovative di partnership fra attori pubblici e privati.
COME E PERCHÉ RESILIENZA
Le cifre del fenomeno di maltrattamento, in tutte le sue forme, mettono in evidenza una problematica diffusa e pervasiva, la quale impatta negativamente sullo sviluppo e il benessere delle vittime, esacerbandone i rischi ed acutizzandone le vulnerabilità. Nonostante molti Stati abbiano adottato Action Plan o pacchetti di politiche attive finalizzati alla prevenzione del maltrattamento, la natura intrafamigliare del fenomeno lo rende difficilmente riscontrabile a priori. Al contrario, la gran parte di casi di maltrattamento viene riconosciuta e trattata a posteriori. Questa “inversione temporale” comporta di conseguenza un focus maggiore sul tamponamento della vulnerabilità e sul risanamento fisico e psicologico, anziché sulla prevenzione e sulla protezione.
Lavorare su e con la resilienza porta dunque a un cambiamento di prospettiva multilivello:
Da approccio incentrato sul rischio a metodo basato sulla prevenzione.
Da orientamento “curante” a metodo di empowerment fondato sulle risorse interne ed esterne del bambino.
Da concezione passiva del bambino a immagine attiva dei minori vittima di maltrattamento.
Da approccio frammentato a iniziative coordinate multistakeholder nella gestione del maltrattamento infantile.
Lo sviluppo della resilienza nei bambini aiuta a moderare gli effetti di esperienze infantili avverse sullo sviluppo. Le fonti di resilienza includono, fra le altre, la sintonizzazione culturale, il supporto della comunità e la percezione di avere a disposizione un bagaglio di risorse personali per far fronte ad eventi avversi. Allo stesso modo, la disponibilità di almeno una relazione stabile, premurosa e di supporto tra bambino e caregiver è di fondamentale importanza. Questa relazione inizia idealmente nel contesto famigliare, ma si colloca all’interno di un contesto più ampio, connotato dalla presenza di operatori, figure di supporto formali e informali, e, in generale, di tutti i professionisti che lavorano con i bambini.